A fine febbraio ci siamo recati ad Aleppo per consegnare tutte le donazioni ricevute ai nostri contatti locali. La situazione che abbiamo trovato è davvero drammatica: intere famiglie cristiane e musulmane vivono con enormi difficoltà, costrette a trovare rifugio nei locali delle scuole e dei centri che hanno aperto le loro porte a tutti.
Aleppo è fredda e l’elettricità arriva soltanto per due ore al giorno. A rendere la vita più complicata anche la mancanza di gasolio e di benzina. Molte persone, già stremate da anni di guerra, stanno perdendo le speranze e vogliono ormai lasciare il paese.
La calorosa generosità dei sostenitori di Habibi ha permesso di accendere una piccola fiammella di luce nelle tenebre di Aleppo. Grazie di cuore a tutti coloro che hanno donato! Abbiamo consegnato 45.125 $ ai nostri partner per sostenere le famiglie sfollate di Aleppo, Lattakia e Knayeh (dove l’l’80% delle case è stato raso al suolo), per aiutare l’ospedale Saint Louis che cura i più poveri e il centro pastorale di Midan che accoglie giovani e anziani.
La nostra solidarietà, insieme alla nostra preghiera, ha portato un po’ di sollievo ai nostri fratelli impauriti dal terremoto e stremati dalla lunga guerra e dalle sanzioni. Sono queste le cause che spingono le persone a lasciare la loro terra e le loro case, cercando rifugio in Europa. Per questo siamo sempre più convinti che sia necessario agire urgentemente per costruire la pace e il dialogo, interrompere le guerre e le sanzioni, se vogliamo davvero evitare ulteriori stragi, come quella recentemente accaduta a Crotone. E per questo l’impegno di Habibi continuerà anche nelle prossime settimane, sia ad Aleppo che in Giordania e Palestina, dove da dieci anni operiamo per contribuire a portare diritti, sviluppo, pace e solidarietà.
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